L’economia italiana sta attraversando una fase di cambiamento, con dati sull’occupazione che mostrano segni positivi ad agosto 2023. Tuttavia, è importante sottolineare che i giovani tra i 15 e i 24 anni stanno affrontando sfide specifiche in questo mercato del lavoro in evoluzione. In questo articolo, esamineremo in dettaglio quali giovani le imprese italiane stanno cercando, dove concentrano i loro sforzi e cosa offrono ai giovani lavoratori, esplorando anche il quadro delle retribuzioni e delle opportunità formative.
Indice
I Giovani di Cui Hanno Bisogno le Imprese
Secondo il rapporto del sistema informativo Excelsior di Unioncamere, nel periodo 2023-2027, l’Italia avrà bisogno di circa 3,8 milioni di lavoratori, con una forte domanda nel settore dei servizi, che rappresenterà 2,8 milioni di opportunità lavorative. Questa domanda è particolarmente evidente nei tre settori principali dell’economia italiana: agroalimentare, moda, legno e arredo.
Nel settore agroalimentare, ad esempio, la richiesta di giovani lavoratori è elevata a causa della necessità di affrontare sfide legate alla sostenibilità e all’innovazione. Nel campo della moda, l’industria italiana cerca giovani talenti creativi e esperti in marketing digitale per competere a livello globale. Nel settore del legno e dell’arredo, la domanda è guidata dalla crescente attenzione per il design italiano e la qualità artigianale.
Analizzando ulteriormente le filiere specifiche, emergono dati interessanti. Nel commercio e nel turismo, ad esempio, c’è una domanda di oltre 750.000 lavoratori, determinata in gran parte dalla necessità di sostituire il personale anziano ma anche dalle prospettive favorevoli di ripresa del settore, grazie anche ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destinati al rilancio del turismo. Altre filiere importanti includono “altri servizi pubblici e privati”, che comprendono i servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone e la pubblica amministrazione in senso stretto, con circa 567.000 opportunità previste in cinque anni.
La filiera produttiva della salute prevede 477.000 nuove unità di personale, mentre la filiera della “formazione e cultura” richiede 436.000 lavoratori specializzati. Seguono il settore della “finanza e consulenza” con quasi 430.000 unità, molte delle quali rappresenteranno nuovi consulenti, e il comparto delle “costruzioni e infrastrutture” con 270.000 opportunità.
Nel contesto delle professioni, dirigenti, professionisti specializzati e tecnici rappresenteranno oltre il 40% del fabbisogno totale, con una forte domanda per ingegneri e tecnici in campo ingegneristico. Questi saranno richiesti sia dai servizi di consulenza alle imprese sia dalla filiera della meccatronica e robotica. Allo stesso modo, la crescente importanza della sanità porterà alla domanda di tecnici della salute, tra cui infermieri, fisioterapisti, radiologi e tecnici di laboratorio. I medici e le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali sono anche molto richiesti.
La transizione digitale è una delle principali forze trainanti del mercato del lavoro italiano, con tecnici ICT e specialisti in scienze matematiche e informatiche che saranno assorbiti in modo trasversale dai diversi settori coinvolti.
Dove Cercano le Imprese?
La geolocalizzazione delle opportunità lavorative rivela che la maggior parte delle ricerche delle imprese si concentrano tradizionalmente nel Nord-Ovest dell’Italia, con quasi 1,1 milioni di persone richieste, pari al 28,5% del totale. Tuttavia, è interessante notare che il tasso di fabbisogno è leggermente più elevato nelle regioni del Sud e delle Isole, con un aumento del 3,2% rispetto al +3% del Nord-Ovest.
A livello regionale, la Lombardia è in testa con oltre 714.000 opportunità, contribuendo da sola a quasi 1/5 dei fabbisogni previsti. Seguono il Lazio con 379.000 unità, il Veneto con 346.000 unità ed l’Emilia Romagna con quasi 336.000 unità. Queste regioni rappresentano i principali motori dell’occupazione in Italia.
Quali Lavori Trovano i Giovani?
Il rapporto Unioncamere-Excelsior ha suddiviso le professioni in base all’intensità con cui verranno richieste nei prossimi cinque anni e alla difficoltà di reperimento nel mercato del lavoro riferita all’ultima annualità (quote del 2022). Questa suddivisione ha creato quattro quadranti distinti, ognuno dei quali riflette le prospettive di crescita e la difficoltà di trovare candidati per specifiche professioni.
Le professioni posizionate nel quadrante in alto a destra partono già da un grado elevato di difficoltà di reperimento nel 2022 e si prevede che saranno richieste intensamente nei prossimi 5 anni, con un tasso di fabbisogno annuo superiore alla media del 3,2%. Questo gruppo include professioni come ingegneri e tecnici in campo ingegneristico, tecnici della salute, medici e professionisti delle scienze matematiche e informatiche.
Nel quadrante in alto a sinistra si collocano le figure contraddistinte da una elevata difficoltà di reperimento, ma per cui non ci sarà un peggioramento delle attuali criticità nella ricerca di candidati. Queste professioni richiedono una strategia a lungo termine per affrontare le sfide, ma non si prevede un cambiamento significativo nel prossimo quinquennio.
Cosa Offrono le Imprese ai Giovani?
Una delle questioni principali che preoccupano i giovani lavoratori in Italia è la retribuzione. Gli stipendi nel paese sono inferiori rispetto alla media europea, e questa situazione è particolarmente critica per i giovani. Un’indagine condotta nel 2022 dal Consiglio Nazionale dei Giovani in collaborazione con EURES ha rivelato che il 43% dei giovani sotto i 35 anni guadagnerebbe meno di 1.000 euro netti al mese, mentre solo il 24% supererebbe i 1.500 euro netti. Solamente il 54% degli under 35 ritiene di essere retribuito in misura idonea rispetto al tipo di lavoro svolto, mentre il 46% sostiene di ricevere un salario non adeguato.
A ciò si aggiunge il fatto che il 31% dei giovani contesta che le ore di lavoro sono superiori a quelle stabilite. Non va meglio ai laureati: il rapporto Almalaurea certifica che nel 2022 la retribuzione mensile netta a 5 anni dal titolo era pari a 1.635 euro per i laureati triennali e a 1.697 euro per magistrali e a ciclo unico, con una diminuzione delle retribuzioni reali rispetto al 2021 del 2,4% e del 3,3%.
Per quanto riguarda la formazione, il rapporto “Formare per crescere” di Mylia (Gruppo Adecco) rileva che offre formazione l’80% delle grandi aziende (oltre 250 addetti), che però sono minoritarie in Italia in termini numerici e solo il 18,4% delle microimprese (con meno di 10 addetti, la maggioranza in Italia, ossia 4 milioni secondo i dati Istat). Nel 33,2% delle aziende viene offerta una formazione continua (che punta all’apprendimento di competenze a ogni stadio della carriera), mentre nel 28,8% viene svolta quella per i neoassunti e nel 15,6% dei casi viene erogata una formazione riqualificante, per i lavoratori che cambiano area produttiva.
Dopo l’esperienza traumatica del coronavirus, i lavoratori in generale e i giovani in particolare aspirano a un migliore bilanciamento tra lavoro e vita privata. Al punto da arrivare a dimettersi da un posto di lavoro per ricercarlo. Anche perché lo smart working, uno dei principali strumenti per promuovere un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata, sta lentamente scomparendo: solo il 13,3% delle imprese intervistate dall’Inapp ha dichiarato di aver utilizzato lo smart working.
In conclusione, il mercato del lavoro italiano presenta sfide significative per i giovani lavoratori, dalla bassa retribuzione alla difficoltà di trovare opportunità formative. Le imprese italiane dovranno affrontare queste questioni per attirare e trattenere giovani talenti in un ambiente lavorativo in rapida evoluzione. La ricerca di soluzioni per migliorare le condizioni economiche e lavorative dei giovani sarà essenziale per garantire un futuro sostenibile per l’Italia.