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Criptovalute e il Finanziamento del Terrorismo: Il Caso di Hamas

L'Oscura Connessione tra Monete Digitali e Terrorismo Globale

Nel mondo degli strumenti finanziari virtuali, un’ombra sinistra incombe mentre gruppi terroristici come Hamas sfruttano le criptovalute per finanziare le proprie attività. Questo articolo esplorerà il mistero dietro il finanziamento di Hamas attraverso le criptovalute, analizzando come questi gruppi abbiano raccolto ingenti somme di denaro in monete digitali.

Quanti milioni in criptovalute sono stati raccolti

Nel primo segmento, analizzeremo l’entità dei fondi raccolti da Hamas e la Jihad Islamica Palestinese (PIJ) attraverso criptovalute. Esamineremo le sanzioni imposte dalle autorità statunitensi e le sfide che si presentano nel limitare l’accesso a fondi esteri da parte di questi gruppi.

Hamas, la PIJ e Hezbollah hanno accumulato considerevoli somme di denaro in criptovalute. Nell’arco di tempo che va da agosto 2021 a giugno 2023, la PIJ ha raccolto ben 93 milioni di dollari in monete digitali, mentre Hamas ha ricevuto una somma pari a circa 41 milioni di dollari. Nonostante la destinazione esatta di questi fondi resti sfuggente, le autorità statunitensi hanno risposto con l’imposizione di sanzioni all’ufficio degli investimenti di Hamas nel 2022. Stimano che questo ufficio detenga un patrimonio di 500 milioni di dollari, rendendo evidenti le sfide che gli Stati Uniti e Israele affrontano nel tentativo di interrompere l’accesso a fondi esteri per questi gruppi.

Perché le criptovalute vengono usate per finanziare conflitti mondiali

Il secondo segmento affronterà il motivo per cui le criptovalute diventano sempre più attraenti per il finanziamento del terrorismo. Esploreremo la natura insidiosa del sistema finanziario virtuale e come le lacune nei controlli possano essere sfruttate da gruppi terroristici. Inoltre, vedremo come l’Israele si sta impegnando nel monitorare e regolamentare questo settore.

Le criptovalute rappresentano un sistema finanziario virtuale difficile da controllare, in grado di eludere le tradizionali restrizioni finanziarie. In un rapporto del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti del 2020 si sottolineava come “lacune nei controlli sulla criminalità finanziaria presso tali piattaforme di criptovalute possano consentire ai gruppi terroristici di sfruttarle impropriamente.” Gruppi come lo Stato Islamico e Al Qaeda hanno ricevuto donazioni tramite criptovalute, con le Nazioni Unite che stimano che queste rappresentino il 20% del finanziamento globale del terrorismo. Per combattere questa minaccia crescente, il National Bureau for Counter Terror Financing di Israele ha cercato di sequestrare le monete digitali detenute su 67 conti di clienti di Binance, la più grande piattaforma di scambio di criptovalute al mondo.

Non solo cripto: i paesi che hanno finanziato Hamas

Nel terzo segmento, esamineremo il panorama delle fonti di finanziamento di Hamas al di là delle criptovalute. Ci concentreremo sull’impegno del Qatar, il contributo significativo dell’Iran e il coinvolgimento di Sudan, Algeria e Tunisia. Inoltre, getteremo luce sul ruolo ancora avvolto dal mistero dei finanziamenti russi e cinesi.

Il finanziamento di Hamas non dipende esclusivamente dalle criptovalute. Secondo quanto affermano i ricercatori citati dal Wall Street Journal, Hamas riceve anche finanziamenti in contanti da varie fonti. Flussi di denaro arrivano a Gaza dall’Egitto, mentre il sostegno finanziario regolare dell’Iran rappresenta una fonte significativa di finanziamento, ammontante a circa 100 milioni di dollari all’anno.

Il Qatar si è impegnato a donare quasi 1 miliardo di dollari per aiuti e ricostruzione nella Striscia di Gaza, diventando il maggiore contributore. Inoltre, palestinesi espatriati in Europa e Nordamerica, insieme a donatori privati nel Golfo Persico, contribuiscono al finanziamento di Hamas attraverso canali umanitari. Altre fonti di finanziamento includono aiuti statali e organizzazioni internazionali come l’Unione europea.

Sudan, Algeria e Tunisia hanno anche offerto il loro sostegno a Hamas. Al contrario, la Russia sembra non essere coinvolta nei finanziamenti, mentre il ruolo della Cina rimane incerto.

Il ruolo dei Bitcoin nella guerra in Ucraina

Nel quarto segmento, esploreremo l’uso delle criptovalute nel contesto della guerra in Ucraina, focalizzandoci sul tentativo della Russia di aggirare le sanzioni internazionali. Vedremo come alcune organizzazioni russe e influencer abbiano utilizzato le criptovalute per raccogliere fondi per l’esercito russo, nonostante il volume complessivo risulti relativamente limitato rispetto ad altre fonti di finanziamento.

Diverse organizzazioni russe come il Novorossia Aid Coordinating Center (NACC) e organizzazioni conservatrici come MOO Veche hanno sfruttato le piattaforme di scambio russe e internazionali per ricevere donazioni dall’estero e aggirare le sanzioni. Sebbene le cifre raccolte non siano enormi, esse costituiscono comunque un contributo significativo per l’esercito russo. Le principali piattaforme di scambio del mondo non vietano queste donazioni, ma affermano di monitorare le transazioni sospette e collaborare con le forze dell’ordine per indagare su eventuali abusi.

Conclusione

In conclusione, il finanziamento di gruppi terroristici come Hamas attraverso criptovalute rappresenta una sfida crescente per gli sforzi di sicurezza internazionali. La natura virtuale e decentralizzata delle criptovalute le rende un veicolo attraente per eludere le restrizioni finanziarie e ottenere fondi in modo anonimo. Mentre gli sforzi sono in corso per monitorare e regolamentare questo settore, il caso di Hamas dimostra quanto sia importante continuare a studiare e comprendere il ruolo delle criptovalute nei finanziamenti del terrorismo.

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